Nella vita quotidiana e nello sport, non bisogna sottovalutare l’eventualità di eventi che potrebbero creare dei traumi a carico degli elementi dentali e dei tessuti di sostegno dello stesso.
Secondo l’ OMS (organo mondiale della sanità) i danni possono essere classificati in:
– danni a tessuti duri dentali e della polpa;
– danni ai tessuti di sostegno (parodontali);
– danni al tessuto osseo di sostegno;
– danni alla mucosa gengivale e a quella orale.
Si registrano una casistica sempre più ampia di incidenti traumatici dentali, ciò è dovuto allo stile di vita molto frenetico e al diffondersi di pratiche sportive soprattutto a livello dilettantistico.
A seconda dell età potremmo elencare le situazioni che statisticamente hanno comportato traumi dentali
– cadute dal lettino o dal fasciatoio;
– inizio della deambulazione e conseguenti cadute;
– età prescolare con inizio delle attività sociali e dei giochi di gruppo (es. bicicletta, monopattino);
– età scolare inizio di sport collettivi e di contatto (es. calcio, pallanuoto rugby);
– età adolescenziale sport di squadra, incidenti stradali (es. motorino).
Alcuni studi hanno dimostrato che l’incidenza massima per danni ai denti decidui (da latte) tra il 1 e il 3 terzo anno di età ovvero quando la capacità motoria è ancora approssimativa.
Per la dentatura permanente il picco si colloca tra gli 8 e 11 anni .
Tra i due sessi avremo una netta distinzione che risulterà di percentuale maggiore nei maschi, dovuta a giochi più “violenti”.
Questa differenza non è riscontrabile nel periodo della dentatura decidua dal momento che per entrambi il rischio maggiore sarà in quella fascia di età in cui si impara a camminare.
È riscontrato che gli elementi dentali anteriori a causa della loro collocazione sono i più esposti all’incidenza di traumi dentali.
La maggior parte dei casi interessa nell’ordine:
– incisivi centrali superiori;
– incisivi laterali superiori;
– incisivi centrali inferiori;
– canini superiori;
– canini inferiori.
nella maggior parte dei casi questi eventi traumatici interessano un singolo elemento meno frequentemente due e molto raramente tre o più denti.
La prevenzione dei traumi dentali si presenta di estrema difficoltà dovuta al fatto che l’evento è del tutto casuale, nell’ambito sportivo però risulta una percentuale particolarmente elevata in ambito di allenamenti sportivi o di manifestazioni agonistiche.
Secondo alcuni studi 1/3 dei traumi dentali avverrebbe durante lo svolgimento di attività sportive e in particolare durante sport di combattimento o da contatto.
Alcuni autori hanno riscontrato che in questi sport si ha la maggior percentuale di traumi suddividendoli in sport:
– sport da contatto: pugilato,hockey,rugby,football americano,arti marziali, pallanuoto.
– sport non da contatto: calcio,pallamano,basket,baseball,ciclismo,pattinaggio.
per esempio gli interventi preventivi proposti da organizzazioni come la National Youth Sports Fondation for Safety,o l’American Dental Association perseguono due obiettivi:
– L’informazione e la preparazione di chi si accinge a praticare una qualsiasi attività sportiva
– La protezione e la salvaguardia dello sportivo mentre pratica l’attività.
Il dispositivo bite (protezione della bocca)ha un’azione specifica contro i traumi dentali ed è assolutamente necessario in quei sport considerati più a rischio.
Sebbene sia dimostrata l’efficacia ai fini di prevenire traumi dentali il bite è utilizzato solo da pochissimi atleti.
Per essere efficace il bite deve avere delle caratteristiche specifiche:
– realizzazione individuale e cioè deve essere stampato su modelli d’impronta del cavo orale dell’atleta, escluderei i bite standard perché sono imprecisi non possono avere un alloggiamento nella bocca ben definito ostacolando funzioni di respirazione e fonazione (il parlare);
– il materiale di realizzazione deve essere siliconico per attutire i colpi,termoplastico per essere tramite la somministrazione di calore stampato su modelli e naturalmente biocompatibile;
– a secondo dello sport a cui è dedicato potremmo avere diversi strati di materiale protettivo per aumentare la capacità di protezione;
– deve avere degli stop occlusali che bloccando la mandibola e la mascella ridurranno traumi a carico dell’articolazione temporo mandibolare (ATM) e ridurre drasticamente la percentuale di fratture ai denti dovuto allo scorrimento della mandibola su la mascella durante l’urto;
– spessore della protezione di almeno 3 mm;
– spessore del bite che rispetti l’età del soggetto e la crescita specialmente tra i 6 e i 12-14 anni (anni in cui si deve tener conto dell’eruzione dei denti).
fonte: http://www.saluteorale.it/traumi-dentali-e-prevenzione/